lunedì 10 novembre 2025

Forse il "Re" (o tra i principali, in ogni caso) degli pseudo club privati no profit: Magnolia di Segrate (Milano), affiliato ARCI

https://www.santeria.milano.it/chi-siamo

Si apprende dalla pagina suddetta con l'elenco dello staff del locale Santeria Toscana 31 (pubblico profit ordinario, quello, e parte di un progetto e proprietà che comprende anche altro locale e cose varie), sempre di Milano, che in pratica dentro ci sono quasi tutti soggetti fondatori o comunque che lavorano anche al presunto club privato no profit (qualsiasi posto affiliato ad una sigla nazionale tale lo deve ovviamente essere per forza, in teoria, per legge). 

Visto per caso perché guardavo la programmazione spesso, ma non avevo mai cliccato quella pagina del "chi siamo". A questo punto è da boicottare totalmente anche quel posto lì, e non perché ci sia comunque mai stato, anche fossi in zona non ricordo che ad oggi, da quando lo "conosco", abbiano mai fatto un concerto o altro che mi potesse davvero interessare. Non ho invece mai guardato canali del Magnolia se ricordo bene, o comunque cercando lo staff, quindi ho appunto saputo di tutti quei membri in comune nei due posti solo adesso.

Evidentemente, non bastasse la quasi sicura paga che prendono al Magnolia per i loro ruoli (anche se per qualcuno è giustamente già strano questo, nel no profit si può pagare comunque la gente, i dipendenti dell'associazione/posto di turno o collaboratori vari, oltre ad artisti e chiunque si esibisca in spettacoli e cose di qualsiasi tipo... i soldi girano eccome insomma e tanti lo fanno di lavoro, ci vivono da presidenti o altro ruolo), e oltre ad avere pure, in alcuni casi, delle agenzie per gli artisti (saranno "no profit" anche quelle? Pare di no, vista la sigla "Srl"), amano prenderla anche da altre situazioni ordinarie, cioè quelle profit eccome sicuramente; in particolare quella cosa lì di cui fanno parte Toscana 31, che è il più grande pare, con un auditorium da qualche centinaia di persone oltre al bar/ristorante e altro, Paladini 8 (i locali prendono il nome dalla via e numero civico dove si trovano) ecc., non è propriamente piccola, da quello che sembra e da certe informazioni e cifre che si possono leggere anche nel sito stesso, e del resto è una SPA. Ma, al solito, qualsiasi attività può essere profit, pubblica e fare quello che vuole secondo le regole relative: il problema sono quelle tali nella sostanza, gestione e tutto quanto ma che si "mascherano" da tutt'altro (a cui corrispondono tutt'altre regole e limiti, creati ovviamente per compensare almeno in parte gli enormi vantaggi, e per nulla confuse, poco chiare, come cercano di far credere da sempre gli interessati, come fosse tra l'altro una giustificazione valida per fregarsene); e solitamente per rendere ancora tutto più facile lo fanno affiliandosi ad una delle Onlus tipiche nazionali già riconosciute come tali, da quelle ad indirizzo più o meno netto politico/"sociale" (ARCI su tutte) alle altre varie di tipo sportivo come ACSI, AICS ecc. (fa nulla se tu nel tuo locale non fai niente di nemmeno lontanamente imparentato con lo sport...), tanto quelli affiliano tutti senza neanche controllare né prima né nel tempo, che gli affiliati rispettino le regole - se non altro per non rovinare la reputazione anche a loro stesse - gli basta di avere i soldi delle tessere e il potere dato da maggiori soci e posti affiliati appunto. 

Ogni circolo/associazione dovrebbe avere i propri soci, tra l'altro: cavolata e non-sense quella del considerare valida la tessera dell'ente nazionale di affiliazione in corso di validità anche se fatta altrove, in altro club (o magari posseduta perché facendo attività sportiva ed essendo tesserati ad una di quelle sigle si possiede appunto già), quindi in altre parole potendone avere solo una accettata in qualsiasi circolo affiliato in tutta Italia, magari diversissimi a volte gli uni dagli altri per tanti motivi. Ma non cambia il discorso anche fossero tutti dello stesso tipo quelli dove uno va abitualmente, per esempio dove ci sono concerti, perché ogni club solitamente è a se stante, separato dagli altri, con presidente e membri del consiglio diversi, lo statuto può essere più o meno diverso, per motivi loro e dichiarati nello statuto stesso potrebbero voler accettare tipi di persone diverse rispetto ad altri circoli. 

Le regole tipiche infrante da sempre da tutti o quasi questi posti partono da quella basilare, riguardo le modalità e tempistiche di richiesta di tesseramento, di diventare soci, che dovrebbero fare tutti quelli che non sono ancora mai stati tali di un posto X appunto, al di là che abbiano già una o più tessere di altri club affiliati alla stessa sigla nazionale e in corso di validità. Dovrebbe convenire anche, economicamente almeno, ai vari circoli il rispettare quella regola, perché venderebbero personalmente tutti più tessere; anche se quasi tutti le rivendono allo stesso prezzo pagato all'ente provinciale della Onlus nazionale di affiliazione da cui le comprano (alcuni magari ci rincarano qualcosina invece), potrebbero dire ogni anno di avere dei soci che sono realmente loro al 100%, tutti hanno fatto cioè richiesta specifica di esserlo per il club X, e lo stesso per ogni eventuale altro (non credo ci sia limite alcuno al numero di club privati di cui una persona può far parte, ma dovrebbe avere la tessera specifica appunto di ognuno di essi). Ma se fanno diversamente evidentemente significa che ci sono altri vantaggi e più grandi, probabilmente temono tutti, i posti vari di quel tipo, che tanta gente dovendo fare o rinnovare una tessera (e pagarla ovviamente) ogni anno per ogni singolo club dove vuole andare almeno una volta in quell'anno, non lo farebbe alla fine per tutti, ma selezionerebbe molto di più, per questione economica appunto, oltre magari alla poca praticità del dover tenere tante tessere nel portafoglio. Inoltre si pone anche un altro problema: tutti quelli che non hanno fatto richiesta di diventare soci in un certo club perché avevano già, ogni anno, al momento di andare per la prima volta in quel posto, la tessera valida presa/rinnovata in un altro, non risulteranno probabilmente mai nel libro soci di quel club, perché quest'ultimo non ha nemmeno i dati della persona, che non ha mai riempito il modulo di richiesta, visto che si è sempre presentata già munita di tessera valida della Onlus tal dei tali fatta altrove ed è entrata quindi direttamente senza fornire ulteriori informazioni su di sé, perché viene solo controllato all'ingresso (quando anche ciò avviene) che tutti abbiano la tessera giusta e dell'annualità/stagione valida, o al massimo a volte viene confrontata anche con un documento d'identità, ma tutto lì, nessun trasferimento di dati in alcun modo per chi non si è mai tesserato in quel preciso posto ma altrove.

https://www.teamartist.com/blog/2013/03/13/procedura-corretta-nuovo-socio-associazione-asd 

Altra cosa che sembrerebbe una complicazione inutile che si auto-impongono i circoli o presunti tali, ma di nuovo significa invece al 99% che hanno altri vantaggi migliori, è quella dei tantissimi per non dire tutti, che ogni anno annullano completamente i soci (butteranno proprio via i libri e tutto? Tanto non è che rischiano controlli di solito, rari appunto - e potrebbero farli invece anche su qualsiasi cosa degli ultimi 5 anni almeno - soprattutto a quelli evidentemente ben ammanicati in zona da anni o da sempre, con le amministrazioni, la politica e forse anche i presunti controllori, cioè le forze dell'ordine dalla Municipale a tutte le altre); non si spiegherebbe altrimenti perché a chi è già socio venga richiesto ugualmente di riempire di nuovo il modulo con tutti i dati, quando dovrebbe solo rinnovare la tessera, perché un socio di associazione lo è normalmente a vita una volta accettato, a meno che venga espulso con motivazione o che dia lui volontariamente le dimissioni, questo dice la legge a riguardo. Anche se un socio non frequentasse mai il club per anni (e anche se nel frattempo il club stesso cambiasse sigla di affiliazione nazionale una o più volte), non pagando le quote di rinnovo ecc., quando si ripresentasse basterebbe che richiedesse il rinnovo, pagasse la quota per quell'anno (o anche tutte le arretrate delle annate in cui non ha frequentato, se lo statuto del circolo stabilisce così) e stop, potrebbe riprendere a frequentare immediatamente. Anzi, a seconda di come decide il presidente o chi per lui, chi è già socio potrebbe anche vedersi concedere in certi casi la nuova tessera e poter frequentare, pur non pagando la o le quote per mettersi in regola al momento, magari perché ha difficoltà gravi economiche e promette comunque che si metterà in regola saldando il "conto" il prima possibile. Oppure, ora che ci penso, un motivo valido che spiegherebbe eccome la cancellazione attuata ogni anno di tutti i soci da parte di tanti circoli c'è, e ha a che vedere col cercare di mantenere il loro numero non troppo esagerato (almeno questi, nella loro disonestà e infrazione di regole, alcune le conoscono o hanno almeno del buon senso e sanno per primi che "fa strano" a controllori e chiunque un club "privato" con migliaia o decine di migliaia di soci e sempre in aumento ogni anno), vedi anche le considerazioni proprio sul Magnolia fatte più avanti, basandosi su quanto dichiarato da loro stessi. Infatti molti sanno che statisticamente non tutte le persone che hanno frequentato nell'anno in corso torneranno almeno una volta anche l'anno o anni successivi (alcune mai più magari, altri dopo vari anni) e quindi dovendo per forza essere di nuovo e ancora soci; in quel modo ogni annata, anche se tesserano e registrano sempre tutti i nuovi (non è mai scontato nemmeno questo, né che chiunque nel club di turno abbia la tessera anche se magari l'ha richiesta già da settimane o mesi ed è tornato più volte ed entrando e stando dentro tranquillamente senza), risulteranno come soci del club, pure verso fine anno, solo tutti quelli che nell'anno stesso sono andati per la prima volta in assoluto lì e quelli che c'erano già stati e sono tornati almeno una volta, tutti gli altri soci precedenti non si sono rivisti non saranno in alcun libro o registro digitale o qualsiasi posto.

A proposito, invece, tornando proprio alla regola base, non si può in alcun modo accettare la prima richiesta di associazione immediatamente e far entrare subito alle attività nel circolo il nuovo socio, che venga data o meno la tessera (senza la stessa tra l'altro nessuno può stare in un circolo privato per soli soci: non vale nulla una ricevuta che dice che l'hai richiesta quella sera e ti verrà data la prossima o una delle prossime volte che vai al club o che ti verrà spedita a casa, anzi, prova ad eventuali controllori senza ombra di dubbio che il circolo infrange almeno quella regola basilare). La richiesta va fatta almeno 24 ore prima, senza pagare niente subito (né sul posto né se richiesta online), anche perché non sai con sicurezza se ti accetteranno, un club privato può rifiutare chi vuole motivando il perché e se non si tratta di pure discriminazioni razziste o di altro tipo ingiustificabili e senza senso.

Il Magnolia quindi, da quanto dichiarato da loro stessi, avrebbe 30.000 soci o più (sempre crescenti suppongo, per la regola detta sopra, se loro la rispettassero, cioè che non puoi mai cancellare neanche chi non si facesse vedere per anni e anni o mai più, mentre i nuovi tesserati un po' aumentano sempre ovviamente)... un club "privato" e "no profit"... chissà in questi casi (ma bastano anche moltissimi meno, vista la grandezza media dei posti) dove metterebbero tutti se decidessero di partecipare in massa ad un concerto o qualsiasi cosa e visto che un socio ha il diritto di poterlo fare essendo tale, non è come per i locali pubblici ad accesso diretto e indiscriminato (sul web trovai anni fa, in una delle varie notizie di pur rari controlli delle forze dell'ordine a tali posti, la spiegazione chiara e di legge da parte di una poliziotta, della differenza e definizioni rispettivamente di posto "aperto", "pubblico" e "privato"), che raggiunto il limite di capienza/sold out di biglietti in prevendita e/o sul posto ti attacchi e resti fuori senza poter contestare nulla, essendo un "cliente" casuale, indeterminato a priori e senza diritti garantiti dati dall'essere associato a questo o quello. Lo stesso per le assemblee dei soci che sarebbero da fare regolarmente, con diritto di parola di tutti (o almeno per chiunque sia in pari col pagamento della tessera/quota associativa), per via del dover avere democrazia reale interna, essendo l'associazione di tutti i soci, non come nelle aziende profit ordinarie dove c'è un capo e stop e decide lui, o al massimo con altri pari o collaboratori che compongono il quadro direttivo. Almeno una all'anno è comunque obbligatoria, soprattutto per l'approvazione o meno del rendiconto economico (l'equivalente del bilancio di una profit, ma ovviamente non è affatto uguale e non va gestito e visto come la stessa cosa). Forse i soci - che quasi sempre ovunque non sanno neanche di esserlo davvero, cosa significhi e cambi tra cliente di un locale normale e diritti/doveri di socio di un circolo privato ecc., se ne fregano e la cosa sta bene a tutti, è la truffa italiota "spontanea" tipica perfetta: ai finti soci sta bene fregarsene di tutto e fare i clienti alla fine, e a presidente e consiglio ovviamente va più che bene così a loro volta - hanno a gruppi di centinaia o migliaia dei "rappresentanti" che hanno eletto e che vanno in loro vece alle assemblee e li rappresentano tutti perfettamente, portano le loro eventuali proteste, suggerimenti, sanno cosa votare quando vengono eventualmente messe a voto certe cose ecc.? Ne dubito molto, ovviamente. 

Quindi l'assurdità di avere un certo numero di cosiddetti associati (e parlano di quelli effettivi che si sono registrati da loro penso, poi ci sarebbero anche tutti i frequentatori che hanno sempre tessere fatte altrove e che come detto non credo siano conteggiati a loro volta) è dettata prima di tutto dalla pratica, dal buonsenso, ma credo si rifletta anche nella legge e quindi certi numeri troppo grandi possano essere contestati dalle forze dell'ordine. Per esempio, almeno stando a quello che dicono loro stessi nella biografia sul sito ufficiale, quelli del The Cage di Livorno (è ancora gestito da associazione di qualche tipo, ma il posto dove fanno quasi tutti i concerti e serate è da anni ormai normale, pubblico, è un ex teatrino all'interno del Parco di Villa Corridi con capienza di 600 persone circa), dopo qualche tempo o anno dalla nascita e quando erano in altra sede, furono fatti chiudere tra le altre cose o principalmente perché vennero ritenuti con "troppi soci", o troppi rispetto alle dimensioni del posto comunque, o rispetto al concetto appunto generale di "club privato". E io dubito avessero decine di migliaia di iscritti, magari erano qualche migliaia o sui 10mila circa ad esagerare, ben lontani quindi dai 30mila che citano i tizi del locale milanese.

Ma le regole della categoria sono tante, sempre rimanendo anche alle più basilari senza andare in quelle più o meno tecniche riguardo gestione economica, entrate istituzionali o commerciali, essere club no profit privato puro o avere anche una parte che richiede comunque la partita IVA (normale o quella semplificata che sia) ecc. ecc.: dal modo di pubblicizzarsi che non può essere fatto come le aziende commerciali ma solo promuovendo il club stesso in generale e cercando nuovi soci interessati al tipo di attività fatte (quindi niente pubblicità dei singoli eventi con tutte le info, possibilità addirittura di prendere i biglietti in prevendita anche per chiunque non sia ancora socio e veda la pubblicità ecc., che sia fatta nella realtà o sul web), alla percentuale relativa tra dipendenti/stipendiati o comunque pagati più o meno regolarmente e volontari, e tante altre.

Da quando poi si è diffuso il web, l'informazione immediata e alla portata praticamente di tutti, forse certi tipi di categorie o vengono abolite per legge o è difficile imporre certe regole, farle rispettare, controllare tutti costantemente. Ma rimane assurdo che "club privati" abbiano come tutti i posti normali possono avere, siti web, pagine Fb più o meno seguite e qualsiasi canale pubblico, visibile da tutti (soci e non), con tutte le informazioni aggiornate sui singoli eventi... dove sarebbe appunto la differenza allora con i normali posti pubblici/profit (anche da questo punto di vista, oltre a tutto il resto)? E non solo loro stessi si fanno tutta la pubblicità che vogliono e come vogliono, ma vista la tipologia di cui parliamo, rispetto ad altre associazioni e attività, a tutti quei "locali" la fanno anche sui propri canali le agenzie che gli mandano gli artisti, gli organizzatori live insomma (alcuni grandi, di livello nazionale o internazionale, altre volte sono proprio le stesse persone dello staff del presunto club ad avere appunto anche agenzie... chissà le trattative e lotte allo specchio per decidere le cifre di cachet da pagare ad ogni artista...), elencando tutte le date e la disponibilità degli eventuali biglietti nei loro calendari, in molti casi le date sono già note mesi o un anno e oltre prima dell'evento. Va da sé che essendo tutte cose esposte in questo modo, poi anche la gente, gli utenti, già soci o meno di un posto, pubblicizzano a loro volta sui propri canali, aumentando ancora l'esposizione del "circolo privato no profit" di turno e delle cose che fa. Tra l'altro non sarebbe neanche una cosa insensata o impossibile, cancellare la distinzione tra profit e non (mentre rimarrebbe sostanziale e sensata in ogni caso quella tra posto privato per soli soci e posto pubblico, con regole ovviamente diverse); mica servirebbe per forza dichiararsi e far parte di ambiente "no profit" a priori: basterebbe che di anno in anno chi dimostra, con qualsiasi attività sia, che non ha fatto profitto extra ma al massimo pagato qualche dipendente o il capo o altri che ci lavorano a tempo tempo pieno praticamente, e le spese varie ecc., è esonerato dal versare anche un solo euro di tasse sullo stesso. Quello che vale ad oggi solo per le no profit anche quando non lo sono affatto o non vengono comunque mai controllate e quindi non si sa in teoria se siano oneste o meno, mentre magari tante aziende normali e oneste, che non ci pensano neanche a nascondersi dietro quella categoria, non riescono davvero a fare alcun profitto o quasi, eppure hanno le tasse lo stesso e anche alte o altissime. Tra l'altro la legge, come anche in altre regole, aiuta eccome la categoria no profit, perché stabilisce che in realtà possono fare una sorta di profitto anche loro (o "utile" che dir si voglia), ma che a differenza delle aziende commerciali normali che possono disporne come vogliono ogni volta che c'è e più o meno grande che sia (compreso il dividerlo tra i capi, aumentarsi lo stipendio, dare premi agli eventuali dipendenti ecc.), deve in pratica rimanere sempre e solo di cassa dell'associazione, per tutta la sua esistenza, cioè può essere usato solo per le spese più o meno ordinarie o comunque in generale che permettono la vita stessa dell'associazione, non in modo personale, per guadagno o guadagno extra rispetto al solito di qualsiasi collaboratore, volontario, del presidente e altri membri del consiglio direttivo o chiunque altro. Se non ricordo male poi, alla fine, all'eventuale scioglimento di un'associazione no profit, non è che il presidente o il consiglio o il tesoriere possono decidere da soli e comunque vendere a qualcuno il club o le strutture o macchine o qualsiasi cosa sia all'interno, o tantomeno acquisirle loro portandosele a casa magari, perché non sono proprietà loro e basta, ma di tutti i soci. Addirittura mi pare di ricordare che si può solo cedere gratuitamente o meno ad altra associazione analoga, sempre no profit quindi, non ad una profit di qualsiasi tipo o ad individui privati.

Nel sito linkato già sopra, che è di professionisti specializzati proprio in assistenza e informazione al mondo delle associazioni, ci sono tantissimi articoli e quant'altro che spiegano perbene le regole, le infrazioni comuni; e ovviamente anche cercando sul web con le parole chiave giuste ("finti circoli", "truffa no profit", "club solo per finta", "discoteca mascherata da associazione" e simili), si trovano nonostante tutto molti risultati riguardo articoli di cronaca anche su interventi, multe, chiusure ecc. delle forze dell'ordine a vari posti, pur essendo quegli articoli a loro volta solo di una parte di tutti i casi avvenuti, che spesso non finiscono nelle notizie, non per ignoranza o per caso magari, ma per "politica" precisa della testata di turno (di quasi tutte in realtà) che tende a nascondere il fenomeno. Pure quelli del sito però, sembrano voler ignorare il fenomeno di illegalità praticamente totale riguardo i locali vari notturni di divertimento ma formalmente, sulla carta e basta, "circoli no profit privati", parlando quasi sempre come esistessero solo le associazioni sportive o quelle che fanno "corsi" vari, magari a poche persone, una manciata o qualche decina al massimo, e che infatti dicono avrebbero problemi spesso, si lamenterebbero di non riuscire a trovare nuovi soci (vi pare un problema che possano mai avere i vari locali di cui parliamo e presunti circoli privati no profit? Ahahahah... semmai il contrario, son sempre troppi, per ovvi motivi, nessuna selezione, nessun limite, sono locali che attirano come tutti i pub/disco/sale concerto "normali" e quindi non si pone proprio il problema); forse perché le altre di solito neanche li  conoscono o ci pensano a farsi assistere da professionisti del genere per stare in regola, tanto sanno che i controlli sono inesistenti o quasi, o al massimo se capitano fanno una multa (o anche qualche giorno di chiusura alla peggio), ma poi finisce lì, prima che tornino a controllare lo stesso posto - ammesso ci tornino prima o dopo - passano anni e quelli ricominciano ovviamente subito a comportarsi esattamente come prima, in pieno stile italiota. Tra l'altro li aiuta anche il fatto stesso di essere locali notturni, spesso certa gente ha poca voglia di lavorare anche di giorno, figurarsi di notte... o magari ci sono sempre le fatidiche cose "più importanti" da fare, da controllare ecc., ma pare non siano spesso neanche lì, giudicando dallo stato di certi posti, quartieri e zone di città e anche piccoli centri a volte, e tutto il degrado, episodi criminali, aggressioni ai cittadini, spaccio di droga e altro e via dicendo. 

Per concludere questo post - che avendo per gran parte considerazioni generali, che valgono per quasi tutti quei finti club in giro, verrà ri-linkato anche in tutte le segnalazioni/post successivi riguardo gli altri pseudo circoli - vale la pena notare anche la coerenza, di tutti ma soprattutto di quelli che si affiliano ad una sigla come ARCI (e viceversa, quest'ultima che affilia certa gente, ma evidentemente anche loro di vera coerenza e "ideali" di sinistra ne hanno pochi o nessuno), e a parte essere dentro anche allo stesso tempo ad una SPA, ad una Srl ecc.; infatti tutti possono constatare il grande impegno "sociale", la "solidarietà" e blabla, verso soprattutto i più "deboli", i più squattrinati magari, realizzata tramite prezzi di bibite ed eventuale cibo (pare il Magnolia abbia dentro anche una pizzeria... altro? Piscina? Centro massaggi? Agriturismo? Palestra? Sarebbe comunque sempre tutto "no profit", chiaro...) davvero popolarissimi, quasi da regalo, come no... mica del tutto in linea se non superiori, a volte, a quelli di qualsiasi discoteca, pub, night club "segaiolo", sala concerti e locali vari notturni o meno commerciali pubblici, noooooo... tutt'altra storia! Eh sì... proprio... e ovviamente lo stesso per i prezzi dei biglietti dei concerti, praticamente sempre identici a quelli dello stesso artista quando suona in posti commerciali pubblici, e stesse "ladrate" nei "diritti di prevendita" e commissioni online ecc., anche perché solitamente gestiti dalle agenzie appunto degli artisti e da quelle solite di vendita biglietti, senza che il locale di turno possa o voglia farci qualcosa per opporsi, che sia un locale normale o un club privato no profit (ma questi ultimi soprattutto non dovrebbero scegliere a monte di far parte dello stesso sistema degli altri dominato appunto da certe agenzie e da certa speculazione vergognosa... e non chiamare mai, tra l'altro, nemmeno quegli artisti che lo sostengono felicemente e senza vergogna alcuna, e ce ne sono anche a livello "underground" e dintorni, per quanto strano possa sembrare).